Ugo Stefano Ungania, da Antonio e Maria Rossi; nato il 21 giugno 1920 a Palazzuolo sul Senio (FI). Dal 1843 al 1846 la sua famiglia è a mezzadria in Ca’ di Gostino.
Il padre Antonio quando si sposò con Maria andò ad abitare a Fontanelle di Sommorio. Dopo di che la vicenda divenne una vera e propria odissea sull’Appennino: Campalbuio di Badia di Susinana, Tramonti di Fontana Moneta nel 1935, Pian di Volpore di Fontana Moneta, Canova di Presiola, Cà di Baudo di ValNera, Mandria di Popolano nel 1940, infine Cà di Agostino dal 1943 al 1946.
Antonio e Maria ebbero quattro figli: Domenico, Gaspare, Ugo e Angela. A lavorare i terreni erano in quattro: il babbo Antonio e i figli Domenico, Gaspare e Angela, mentre la madre Maria faceva i lavori di casa.
Antonio, Maria e Domenico erano analfabeti, Gaspare che sapeva fare la firma, Angela sapeva leggere e scrivere come poteva.
Ugo ha studiato fino alla terza elementare, è stato arruolato nel corpo dei carabinieri ed è riconosciuto come partigiano dal 1º maggio 1944. Anche suo fratello Gaspare, nato il 4 maggio 1913 è stato partigiano dal 26 aprile 1944 fino alla fine della guerra.
Sulla morte di Ugo esistono varie versioni e risale comunque alla fine di settembre o ai primi giorni di ottobre 1944. Il fratello Gaspare nella pubblicazione di Ferruccio Montevecchi ha dichiarato che «Ugo venne ucciso per errore da un partigiano al beneficio di Settefonti», ma secondo altre voci, riportate sempre da ferruccio Montevecchi «il partigiano che morì al beneficio non era Ugo ma un altro ex carabiniere».