Quinta tappa: Badia Moscheta, Casetta di Tiara, il Rovigo

Badia Moscheta
Badia Moscheta
Quinta tappa
Badia Moscheta, Valle dell’Inferno, Il Molinaccio, Casetta di Tiara, Lotro, La Faina, Cà di Vestro, Val Cavaliera, I Diacci
Approfondimento storico
  • A Lotro rimasero uccisi in uno scontro con i tedeschi Giovanni Nardi “Caio”, uno dei fondatori della 36a Brigata Garibaldi “Bianconcini” e altri sette partigiani.
  • A Casetta di Tiara una lapide affissa sul muro della chiesa ricorda le vittime della rappresaglia nazifascista.
  • Il 13 settembre, alcune compagnie della 36a furono nuovamente impegnate in un duro scontro con i tedeschi, in quella che poi fu chiamata la battaglia di Castagno.
Informazioni

Segnavia: 713 – 711 – 701 – 739
Dislivello: 670 m salita – 300 m discesa
Tempo: ore 6,00
Difficoltà: E
Percorribilità MTB: Si
Loc. di partenza: Badia Moscheta
Pernottamento: Rifugio “I Diacci”


Mappa
Mappa Casetta di Tiara Diacci
Cartografia: Regione Emilia-Romagna, CAI Alto Appennino Faentino – 1:50000
Percorso
ruderi di Lotro
Ruderi di Lotro

Usciti dall’ostello si percorre la strada in direzione del ristorante, che si lascia poco dopo girando a destra per percorrere il sentiero con segnavia 713 verso il Molino del Veccione sul torrente omonimo che scorre per tutta la Valle dell’Inferno.
Con leggeri sali-scendi si arriva a fine della vallata con una ampia curva a destra, nei pressi del Molinaccio che si raggiunge attraversando il torrente Rovigo per salire a Casetta di Tiara (m 640). Dalla borgata si inerpica verso il crinale uno stradello a fondo dissestato con segnavia 711 che, passa dai ruderi di Lotro. Si prosegue sul sentiero di crinale con segnavia 701-607 (crinale Santerno-Senio), all’altezza di un pilastrino verde del sentiero GEA. Si curva a destra in direzione sud proseguendo su un crinale molto panoramico che porta a La Faina (m 980), il percorso continua per arrivare ad incrociare il sentiero con segnavia 739 che si stacca a destra in direzione di monte Della Colonna (m 872), per poi scendere al borgo in rovina di Cà di Vestro (m 872). Anche in questi edifici, per molte settimane trovò sede il comando della 36a Brigata Garibaldi.
Si arriva a Pallereto e infine si tocca Val Cavaliera (m 855), con un panorama spettacolare sulla forra del Rovigo, si prosegue sovrastando Piani di Rovigo e con una traversata a mezza costa fra coltivi abbandonati, terreni erosi e prati si giunge a Cà dell’Altello (m 1021), per scendere al rifugio I Diacci (m 941).

Cascata del Rovigo foto
La cascata del Rovigo


La battaglia di Castagno

Il 13 settembre, alcune compagnie della 36a Brigata furono nuovamente impegnate in un duro scontro con i tedeschi, in quella che poi fu chiamata la battaglia di Castagno. Una pattuglia tedesca di mattino presto salì dalla Casolana per razziare del bestiame. Si imbatterono nelle avanguardie partigiane impegnate a sorvegliare il territorio. I tedeschi e reparti fascisti italiani, circa duecentocinquanta militari, allora iniziarono un’azione di attacco verso il crinale di monte Pianaccino, sostenuta da un serrato bombardamento.

I partigiani risposero con un intenso fuoco di mitragliatrici e costrinsero gli assalitori a fermarsi. Erano le ore undici quando una fitta selva di colpi di mortaio colpì le postazioni dei partigiani sul crinale, provocando lo sbandamento di alcune squadre. Solo la coraggiosa iniziativa di Luigi Tinti (tra l’altro in quei giorni debilitato per un attacco di malaria) ridiede loro coraggio: mitra in mano si mise alla testa di queste squadre e contrattaccò.

I tedeschi, sorpresi dall’improvvisa sortita, si sbandarono e iniziarono a ritirarsi, addirittura correndo e abbandonando le armi, inseguiti dai partigiani fino sulla Casolana e sul Senio. I tedeschi contarono decine di morti, mentre tre furono i partigiani caduti nello scontro.