L’area
Dal punto di vista ambientale, l’area circostante Ca’ Malanca presenta i caratteri tipici della fascia collinare e medio-montana dell’Appennino romagnolo.
Si tratta di zone fino a qualche decennio fa estesamente abitate e quindi messe a coltura o a pascolo per il bestiame ovunque le condizioni morfologiche (pendenza, esposizione, ecc.) lo permettessero, ma oggi perlopiù abbandonate.
I boschi
Sulle pendici più ripide e più impervie, oggi come allora, si trovano boschetti cedui (cioè sottoposti ai tagli periodici per ricavare, dai polloni, legna da ardere) composti da latifoglie miste. La specie dominante è qui la roverella, una quercia diffusa un po’ in tutto l’Appennino assieme al carpino nero e all’orniello.
Ad essi si accompagnano poi specie arboree non rare ma pur sempre di un certo interesse e di notevole bellezza come gli aceri (Acero campestre e Acero opalo) e i sorbi (Sorbo domestico e S.torminale).
Estremamente localizzata è invece la presenza di una quercia sempreverde, la cerro-sughera (Quercus crenata) di cui è noto l’esemplare sulla strada Monte Romano – Croce Daniele e pochissimi altri su un crinale presso Monte Gamberaldi, non distante da qui anche se in territorio amministrativamente toscano. La cerro-sughera è certamente la specie arborea più interessante della zona. In inverno la si riconosce facilmente per le foglie persistenti a margine crenato.
Val la pena ricordare anche alcuni arbusti che assolvono all’importante funzione di ricolonizzare i terreni abbandonati e preparare il ritorno del bosco. Dal comune ginepro ai bellissimi (soprattutto in primavera, per le fioriture) biancospino, prugnolo, sanguinella.
La primavera è la stagione più favorevole alle osservazioni in natura e alle escursioni, dato che i prati, gli ex coltivi, le radure, i margini dei boschi, si macchiano di belle fioriture. Talvolta, anche in ambienti apparentemente “poveri” (pietraie, scarpate, bordi di sentieri, zone particolarmente aride), spiccano le fioriture delle orchidee selvatiche di cui in zona sono presenti almeno una dozzina di specie diverse.
Per tutto l’anno sono visibili e consigliabili come meta di passeggiate da Ca’di Malanca tre alberi monumentali, protetti dalla legge regionale e degni di attenzione: si tratta della già citata cerro-sughera di Croce Daniele, del sorbo di Gebania (sulla strada per San Martino in Gattara) e del “biancospino del Fontanone“, poco sopra Fontanamoneta.
Natura
Dal punto di vista naturalistico la zona più interessante raggiungibile da Ca’di Malanca è l’alta val Sintria, incassata tra i crinali che convergono a formare il Monte Gamberaldi.
Ancora relativamente incontaminata, piacevolmente ricca di boschi, di castagneti e di prati (o di noccioleti, che ben si integrano con il paesaggio, assolvendo nel frattempo al compito di proteggere e migliorare il suolo), la val Sintria è percorribile in auto fino a Fontanamoneta, dopodiche si può proseguire su sentieri.