La contesa di Monte Battaglia
Il 24 e 25 settembre il terzo Battaglione della 36a Brigata Garibaldi “Bianconcini”, composto da poco meno di trecento partigiani guidati da Carlo Nicoli, contese ai tedeschi una vasta area attorno a monte Battaglia.
Il 26 settembre, due battaglioni tedeschi da nord e una colonna di centocinquanta soldati che ripiegava incalzata dagli Alleati giunti a Valmaggiore, attaccarono i partigiani a monte Cappello e a monte Carnevale, ma furono respinti in combattimento.
Il terreno favorevole
A quel tempo gran parte del nostro Appennino era condotto a pascolo. Così le compagnie della 36a impegnate in quell’area, inflissero notevoli perdite al nemico, che doveva salire i pendii allo scoperto. Tuttavia, nel buio della notte arretrarono di fronte a forze soverchianti. Contrattaccarono all’alba. La perfetta conoscenza del terreno fu un punto a loro favore, e così riconquistarono le alture durante i combattimenti. Questi furono drammatici, a causa dei cannoneggiamenti degli americani che, per errate osservazioni aeree, non distinsero le parti in conflitto.
Nel pomeriggio, i partigiani e gli americani respinsero nuovamente i tedeschi. Poi si incontrarono a monte Carnevale. Il generale Kesserling era allarmato per lo sfondamento del fronte in un’area di così grande importanza strategica, per questo chiese a Berlino di potersi ritirare. Gli fu risposto invece di contrattaccare .
Le ingenti perdite da entrambe le parti
Gli Alleati non avevano sfruttato la situazione favorevole e furono sorpresi dalla reazione disperata dei tedeschi, sferrata sotto una pioggia battente. Partigiani e Blue Devils americani, fianco a fianco, resistettero in furiosi corpo a corpo dove i tedeschi usarono anche i lanciafiamme.
I partigiani ebbero undici morti e numerosi feriti. A quel punto gli Alleati, convinti di avere avuta partita vinta, ordinarono ai partigiani di ritirarsi nelle retrovie e, addirittura, di deporre le armi.
Invece i tedeschi concentrarono altre truppe. Nei tre giorni successivi ci fu una carneficina. Presero e persero Monte Battaglia otto volte e quasi quattromila furoni i morti e feriti delle due parti.
A ricordare la battaglia, attorno ai resti della vecchia torre medioevale, ci sono i monumenti e i cippi dedicati a quei giorni terribili.