Francesco Marciatori, «Franco, Bimbo», figlio di Luigi e Giuseppina Reggiani; nato il 15 aprile 1915 a Granarolo Emilia; ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Calzolaio.
Iscritto al PCI.
Nel 1933, nel pieno del grande consenso al Fascismo, il giovanissimo Francesco era già antifascista e militante comunista.
La sua scelta di opposizione al regime gli costò l’arresto nel dicembre del 1934, prima prigioniero nel carcere di San Giovanni in Monte a Bologna e poi trasferito a “Regina Coeli” a Roma per essere processato dal Tribunale Speciale con l’imputazione di attività sovversiva e adesione al Partito Comunista.
In tasca gli avevano trovato la ricevuta di una sottoscrizione per aiutare gli antifascisti spagnoli.
Nel processo, svoltosi nel 1935, fu condannato a 8 anni di reclusione per costituzione del PCI, appartenenza allo stesso e propaganda. Ne scontò tre nel carcere “Forte Urbano” di Castelfranco Emilia e, per un condono di cinque anni, tornò in libertà il 27 gennaio 1938.
Tornato a Granarolo per svolgere il suo lavoro da calzolaio, fu sottoposto a sorveglianza speciale perché considerato un pericoloso sovversivo.
Durante la lotta di liberazione militò nella 36a brigata Bianconcini Garibaldi con funzione di vice commissario politico e operò sull’Appennino tosco-emiliano.
Durante il combattimento di Cà di Malanca si seppe della sua morte la sera del 10 ottobre, primo giorno di battaglia.
La sezione di Granarolo dell’Emilia nel 2015 ha pubblicato il libro buografico a lui dedicato.