- Cà di Guzzo è sito del sanguinoso scontro del 27 settembre 1944. E’ preceduto dal cippo che ricorda i combattenti partigiani caduti in questo luogo.
Segnavia: 723 – 723A
Dislivello: 200 m salita – 150 m discesa
Tempo: ore 1,30
Difficoltà: E
Loc. di partenza: Curva del Montale (Belvedere) 600 metri prima di Giugnola
Dalla curva del Montale, sulla provinciale per Piancaldoli, si scende rapidamente su Rio Zafferino verso il Sillaro. Si continua sempre in discesa verso il guado, cementato, fattibile all’asciutto, salvo nei momenti di piena del torrente. Appena passato il Sillaro si notano, a destra, i lecci abbarbicati alle rocce della gola e le numerose cavità formate dall’erosione dell’arenaria. Dalla parte opposta appare il grande Mulino della Madonna, senza dubbio il più bello della vallata. Una grande gora con due uscite convoglia l’acqua del canale nell’edificio principale dove un’architrave scolpita testimonia l’antichità della costruzione.
Tutto attorno stanno delle significative testimonianze dell’adattamento dell’uomo all’ambiente della montagna: due sorgenti scavate nella roccia, delle grotticelle attrezzate a ripostiglio, il fienile con un uso abbondante di legna, delle tacche scavate nell’arenaria per sorreggere dei pali per delle coperture provvisorie, ecc.
A questo punto si imbocca la bella gola del Rio Zafferino, scavata tra dei potenti banconi di arenaria e in breve si arriva alle antiche case del Rio, un caratteristico esempio degli antichi insediamenti di confine tra Romagna e Toscana. Nel borgo, ben conservato, spicca in particolare la torre colombaia, ma è tutto l’insieme ad essere armonioso oltre che interessante.
Di fronte alle case si attraversa il torrentello con un facile guado, si supera un cancello e si procede su una pista che subito si biforca. Si continua a salire a destra sul fondo naturale e argilloso, tra cespugli e alberi fino ad arrivare sul crinalino arenaceo, m 480, che porterebbe verso il Sillaro, a Sgattara. Prendere invece a sinistra la cresta calanchiva, ben evidente, che separa il Rio Zafferino dal piccolo Rio dei Carioni, terreno di pascolo bovino. In breve si arriva su una più larga dorsale, percorsa da una pista che imboccata a sinistra porta ai ruderi di Cà di Guzzo. Il ritorno avviene sullo stesso percorso.
Cà di Guzzo può essere raggiunta anche da un altro sentiero che parte dalla Chiesa di Sassoleone. Si passa per l’agriturismo Bubano, la casa Le Piane, il Cippo Palmieri e, infine, si arriva a Cà di Guzzo, con un tempo di percorrenza di circa due ore.
Per la pagina del sentiero CAI di Imola n. 723 che porta a Ca’ di Guzzo clicca qui.
Per la pagina Wikiloc di Elisée Reclus con il percorso del Grande Anello di Guignola – sentiero 723 del Cai di imola e dintorni Ca’ Guzzo Sasso Mantesca Piancaldoli e Mercurio clicca qui.