Andrea Gualandi, «Bruno», figlio di Enrico e Maria Chiarini; nato il 23 dicembre 1911 a Dozza. Nel 1943 residente a Imola. Operaio idraulico.
Seguendo le orme del fratello maggiore Guido, divenne militante comunista dal 1935. Fu arrestato sul finire del 1938 quale membro dell’organizzazione attiva all’interno dell’Azienda tranviaria bolognese e in alcuni comuni della provincia. Con sentenza istruttoria del 16 giugno 1939 venne rinviato al Tribunale speciale che il 25 luglio 1939 lo condannò a 5 anni di carcere per ricostituzione del PCI, appartenenza allo stesso e propaganda.
Dopo l’8 settembre 1943 fu attivo nella costituzione della 4a brigata Garibaldi, poi divenuta 36a brigata Bianconcini Garibaldi. In entrambe le fasi ebbe funzioni di capo di stato maggiore.
Dopo la battaglia di Santa Maria di Purocielo Andrea Gualandi iniziò, con il comando della brigata, la marcia di trasferimento per varcare il fronte.
La notte tra il 14 e il 15 ottobre 1944, si trovò a superare la rotabile tra Modigliana e Tredozio, in via Lutirano, dove il corso del torrente Acerreta descrive un’ansa fino a lambire la strada con uno strapiombo verticale di pura roccia profondo non meno di 20 metri, senza alcun appiglio o sbarramento o indicazione, solo limitato sul ciglio da cespugli che lo nascondono alla vista.
Era attorno alla mezzanotte. C’era nebbia, ma non tanta da impedire una discreta visibilità, tenuto conto dell’ora. Il comandante Bob, come di consueto, aveva posto due pattuglie di tre uomini a 60-70 metri ai lati del punto di passaggio, dove egli si collocò. Gli altri del comando, affrettatisi alla testa della colonna, andarono diritti incontro al burrone.
Andrea Gualandi morì precipitando nel burrone con altri compagni fra i quali Angelina Giovannini.
Fu membro del CLN di Imola.
Gli è stata conferita nel 1970 la medaglia d’oro al valor militare alla memoria.