Nato a Molinella (Bologna) il 20 marzo 1900. Licenza elementare. Sarto.
Entrato nella 36ª Brigata Garibaldi Bianconcini nel giugno 1944.
Il 16 agosto a Bologna il fratello Desildo, fu arrestato a Marmorta di Medicina insieme ad altri sei uomini, alcuni dei quali militanti o simpatizzandi della 5ª Brigata Matteotti «Bonvicini». Il 18 agosto questo gruppo fu scelto come vittima per porre in atto una immediata rappresaglia in seguito all’attacco avvenuto nei pressi dell’Ospedale Sant’Orsola con il ferimento del tenente colonnello Mario Rosmino, vice comandante provinciale della Guardia Nazionale Repubblicana e di altri due militi che lo accompagnavano. Trascinati in Piazza VIII agosto i sette furono fucilati da un plotone di esecuzione della Guardia Nazionale Repubblicana.
Durante la battaglia di Purocielo si trovò nel gruppo che si fermò sul crinale di Monte Colombo provenendo da Ca’ di Gostino, Piano di Sopra e Ca’ di Marcone. Sotto l’attacco tedesco questo gruppo si divise e Alfonso, insieme a Benvenuto, Tonino e il Ligure, si unì a Raf nella macchia di bosco ceduo sottostante la casa del monte, dove rimase fino a notte con il rischio di farsi catturare o di essere colpito dai compagni che sparavano dall’altro versante. Questo gruppetto raggiunse al buio Poggio Termine.
Alfonso, gravemente ferito, venne portato successivamente nella canonica della chiesa di Cavina (Fognano – RA), con altri partigiani feriti e intrasportabili. Erano con loro per curarli i medici Ferruccio Terzi e l’austriaco Wilhelm, lo studente in medicina Renato Moretti e gli infermieri partigiani Laura Guazzaloca e Sergio Giulio Minozzi.
Terribile fu la loro sorte. All’alba del 14 ottobre, i tedeschi, vociando, entrarono nella canonica. Fatti uscire tutti, li addossarono contro il muro. Ai tentativi dell’Angiola e di Wilhelm di persuadere l’ufficiale a desistere, questi scacciò la donna e percosse l’austriaco. Poi, caricati i feriti su di un carro-buoi, seguito a piedi dagli altri prigionieri sotto scorta militare, li fece condurre dentro un capanno situato nel cortile dell’ospedale di Brisighella. Mancava Wilhelm, crivellato di proiettili al suo tentativo di fuga presso il cimitero di S.Stefano.
Era sembrato che il comando divisionale avesse consentito quel ricovero con l’assistenza del personale partigiano, ma la notte fra il 16 e il 17 ottobre i militi della brigata nera di Faenza caricarono tutti su un camion, feriti, medici, infermieri, e li portarono a Villa S. Prospero, sede del loro comando, dove vennero bastonati e torturati.
Il loro tormento ebbe fine il 18 ottobre al Poligono di tiro di Bologna assieme ai catturati di Purocielo. I loro nomi: Ferruccio Terzi, medico di Bologna; Renaot Moretti, studente di Medcina di Trieste; Sergio Minozzi infermiere di Bologna; Alfonso Bagni di Molinella, Nino Bordini di Faenza; Giovanni Borghi (Gianni di Bologna); Adelmo Brini (Delmo) di Medicina; Mario Guerra (Mao) di Filo d’Argenta; Romolo Menzolini (Bill) di Bologna; Attilio Ottonelli (Attilio) di Parma; Iliano Pasciutti (Leo) di Bologna; Luigi Rispoli (Napoli) di Napoli; Teodosio Toni (Tigre) di Solarolo. La giovane infermiera Laura Guazzaloca, internata nel campo di Fossoli, vi venne uccisa il 23 novembre.
Torna alla pagina con la foto della lapide e i nomi dei Caduti nella Battaglia di Purocielo