11 settembre 1973. Una foto, un ricordo

Cinquant’anni sono trascorsi dal colpo di stato in Cile. Il legittimo governo di Unidad Popular, eletto democraticamente dal popolo cileno, fu abbattuto violentemente dai militari guidati dal generale Augusto Pinochet. Il palazzo presidenziale fu bombardato e il presidente Salvador Allende, dopo avere resistito armi alla mano, si suicidò per non cadere prigioniero dei golpisti.
Migliaia di cittadini democratici cileni, comunisti, socialisti, aderenti al Mir, sindacalisti, intellettuali furono incarcerati, torturati, fucilati. O “desaparecidos”. Moltissimi furono costretti all’esilio.

Trascorsero ben 19 anni di duro regime dittatoriale e solo nel 1990, a seguito di un referendum nel quale il 55 per cento dei cileni si espresse per le dimissioni di Pinochet, iniziò un lento e contradditorio ritorno alla democrazia.
Quella ferita turbò profondamente le forze democratiche e progressiste europee. In Italia ci fu un grande moto di solidarietà. Un gruppo musicale cileno, gli Inti Illimani in turnèe nel nostro paese proprio nei giorni del golpe e che qui restarono per molti anni, diventò il portavoce della protesta popolare contro la dittatura.
Molti esuli cileni furono accolti in Italia ed aiutati ad inserirsi nella nostra comunità. Faenza nel 1974 accolse Patricio Romano e sua moglie Andrea Lopez, residenti a Santiago del Cile. Lui, professore universitario e candidato al parlamento cileno nelle liste comuniste, fu imprigionato, torturato e confinato nel deserto del nord. Lei, dirigente ministeriale, seguì Patricio quando questi fu espulso dal suo paese.
A Faenza trovarono lavoro: Patricio come bibliotecario nel museo della ceramica, l’attuale MIC e Andrea come operaria ortofrutticola alla PAF. Vissero qui per tutto il periodo della dittatura e appena possibile, dopo la caduta di Pinochet, tornarono in Cile, scegliendo la città di La Serena.
Entrambi hanno lasciato un bellissimo ricordo nella nostra città. Patricio è morto nel 2019 mentre Andrea, alla bella età di 94 anni, è ancora in splendida forma e mantiene i contatti con gli amici faentini.


In una foto del 1979 si vedono insieme a Ettore Calderoni (Cow Boy) e Vincenzo Tassinari (Gilera) a Ca’ di Malanca e precisamente nella postazione dove i due partigiani della 36.ma Brigata Garibaldi erano posizionati con le loro mitragliatrici durante la Battaglia di Purocielo. Nella foto da sinistra a destra in primo piano si riconoscono (seduti) Gaspare Mirandola ed Ettore Calderoni; in piedi Gina Francini, Patricio Romano, Ivo il figlio di Gina e seminascosto Franco Conti. Di fronte, seduti, Vincenzo Tassinari, seminascosta Andrea Lopez, Ines Tagliaferri, Claudia Bassi e Giordano Angelini.

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